ADDIO A CALIFANO E A JANNACCI
È giorno di lutto per la musica italiana.
L'addio a due musicisti che hanno segnato un momento della musica.
È giorno di lutto per Roma e Milano, che oggi salutano per l'ultima volta due simboli delle città
Due artisti diversi che sono entrambi una parte di storia della musica del nostro paese che se ne va. Cosi' diversi ma cosi' uniti nella loro singolarita'.
Jannacci direi più provinciale rispetto a Califano che è e rimarrà sempre un autore conosciuto internazionalmente per le sue bellissime canzoni da piano bar, inimitabili nel tempo e nello spazio. Jannacci è stato ironico ed ha cantato l'ironia delle contraddizioni della vita. Califano era musicalmente più melodico. Della classica scuola italiana. Curava i testi a tal punto che anche se cantati in romanesco, facevano capire l'amore che l'autore nutriva per l'altro sesso ed il rispetto che egli aveva per l'universo donna. Insomma Califano ha cantato l'amore e le sue contraddizioni forse perchè in realtà ne aveva una paura folle ed incontrollata.
Il dolore di Pippo Baudo. «Due grandi talenti, diversissimi l'uno dall'altro eppure entrambi poeti, Enzo Jannacci e Franco Califano, uno con l'aria scanzonata del bauscia milanese l'altro con un romanticismo romanesco che nasceva anche questo dalla periferia. Due grandi, così diversi ma tanto vicini».
FRANCO CALIFANO
Il noto cantautore da tempo malato, nato il 14 settembre 1938 a Tripoli in Libia allora colonia italiana di Salerno aveva compiuto 74 anni e il 18 marzo scorso si era esibito al teatro Sistina di Roma.
Ecco alcune delle piu' belle canzoni scritte e cantate da Franco Califano:
Er califfo cosi' era soprannominato ,Franco Califano ,ha cantato numerosissime canzoni di successo come "Tutto il resto è noia", "La mia prima libertà", "Io nun piango", "Cesira", "Pasquale l'infermiere" ed inoltre ha scritto brani famosissimi come "Minuetto"cantata dalla compianta Mia Martini, "La Musica Infinita" interpretata da Ornella Vanoni e "Un grande amore niente più" canzone cantata da Peppino Di Capri che vinse nel 1973 il Festival di Sanremo.
Il ricordo di Fiorello. «Questa notizia di Franco mi ha lasciato basito, senza parole. Ieri Enzo Iannacci, oggi Franco Califano: una Pasqua da dimenticare per noi che facciamo questo mestiere. Sono due persone inimitabili, due artisti unici. Ma con Califano eravamo anche molto amici, ci volevamo proprio bene».
ENZO JANNACCI
Enzo Jannacci. Cantautore, cabarettista, tra i protagonisti della scena italiana, si è spento a Milano all'età di 78 anni. Malato da tempo di cancro, negli ultimi giorni era stato ricoverato in ospedale dopo un repentino peggioramento delle sue condizioni. Con lui, al momento della scomparsa nella clinica Columbus, c'era tutta la famiglia.
Con la sua ironia e le sue canzoni ha raccontato la Milano più vera.
Dai primi successi tra cui 'El portava i scarp del tennis' e 'Ho visto un re' (con il futuro premio Nobel Dario Fo) a "Vincenzina e la fabbrica"
Autore di canzoni entrate nella cultura popolare come "Vengo anch'io, no tu no" e "Quelli che", è stato anche medico cardiologo, attività che non ha mai voluto lasciare anche dopo il successo discografico.
"Era un genio - ha detto Fabio Fazio all'uscita della camera ardente - uno di quelli che inventano le cose che non esistevano prima di loro. Lui ha inventato una lingua, un mondo, un ambiente. Mi manchera' la sua umanita'. Mi mancheranno le sue telefonate, le cose apparentemente strampalate che diceva e che invece erano idee, pensieri che correvano troppo veloci"
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