domenica 28 aprile 2013

CONOSCETE LU ZANGONE?



CONOSCETE LU ZANGONE ?










Non so voi ma io di questa pianta ho un ricordo che sono certa sara' condiviso da molti.
Sfido chiunque a che non abbia in tenera età soffiato sui semi del tarassaco, quei bei soffioni 
che volavano nell'aria come piccole eliche.





 Il taràssaco comune è una pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Asteracee. L'epiteto specifico ne indica le virtù medicamentose, note fin dall'antichità e sfruttate con l'utilizzo delle sue radici e foglie.





Il tarassaco ha svariati nomi ,che dipendono dalla località in cui cresce:
Dente di leone, Radicchiella, Soffione, Tarassaco Radicchiella,Pisciacane, Piscialletto, Barba del Signore, Ingrassaporci, Cicoria matta, Cicoria selvatica




II tarassaco è il notissimo fiore giallo dei prati, i cui frutti formano il soffione con cui si divertono i bambini. I frutti sono dotati di una corona di peli (pappo), inserita su un lungo peduncolo, che poi diffonde i frutti con il vento come un paracadute. Come droga si impiega la radice contusa insieme con la pianta, Radix Taraxaci cum Herba. La radice è una tipica radice a fittone, che penetra profondamente nel terreno. Ogni giardiniere che tenti di estirparla deve ricorrere alla vanga o meglio ancora a un estirpatore di radici, altrimenti la parte inferiore della radice del tarassaco rimane nel terreno e riemette un nuovo germoglio.






Il tarassaco, o radicchiella (le cui foglie muoiono nel corso dell’inverno per rispuntare a primavera) costituisce una delle insalate primaverili più apprezzate, grazie al sapore amarognolo, ma gradevole e alla ricchezza in vitamine (A e C) e sali minerali. Le foglie sono una verdura da consumare anche cotta, dopo averla lessata. 
Un decotto di radice di dente di leone esercita un’efficace azione diuretica in quanto fornisce all’organismo potassio; con le radici essiccate e tostate si ottiene un succedaneo del caffè, meno gradevole per il palato di quest’ultimo, ma anche meno nocivo al nostro organismo. 



Si consiglia di consumare foglie e radici crude di tarassaco da sole o insieme ad altre verdure, oppure cotte delicatamente a vapore (non cuocere in acqua e poi gettare l’acqua di cottura: si perderebbe la maggior parte dei principi attivi).



                                                           INSALATA PRIMAVERILE


Ingredienti
• 1 mazzetto di foglie tenere di tarassaco
• 2 cespi di lattuga
• 1 mazzetto di ravanelli rossi
• 1/2 spicchio d’aglio
• 2 uova sode
• 250 g di formaggio Emmenthal
• olio extra vergine di oliva
• succo di limone.
• sale e pepe q.b.
Preparazione
Lavate ed asciugate le foglie di tarassaco e la lattuga,
tagliatele poi a striscioline sottili. Lavate ed asciugate i
ravanelli, eliminando solo le foglie più grosse e coriacee. In una ciotola condite tutto con l’aglio tritato, l’olio,
il sale, il pepe e il limone quanto basta.
Decorate con le uova sode tagliate a fette e il formaggio tagliato a cubetti





martedì 23 aprile 2013

UN TESORO SULLE NOSTRE TAVOLE : L 'OLIO DI OLIVA



UN TESORO SULLE NOSTRE TAVOLE : 
L'OLIO DI OLIVA 





Da parecchi anni ho cambiato l'abitudine di usare sempre il burro in cucina e l'ho sostituito alla grande con l'olio extravergine, 
Vi assicuro che mi son trovata benissimo anche in preparazioni dove non avrei mai pensato di poterlo usare.


Lo dicono i medici americani,salutisti quanto pochi altri, la dieta mediterranea è la più sana,equilibrata e completa al mondo.
L'olio di oliva è il condimento principe della dieta mediterranea ed è quindi il più idoneo per una nutrizione rispettosa della salute dei consumatori.


LA SALUTE IN TAVOLA

L'olio d'oliva,in particolare l'extravergine, è consigliato da medici e dietologi per le sue qualità nutritive energetiche e terapeutiche.
L'olio di oliva è utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extravergine e vergine, per condire insalate, insaporire vari alimenti,
 conservare verdure in barattolo. Il suo elevato punto di fumo lo rende molto adatto per le fritture. È consigliato il suo uso per la ricchezza
 di acidi grassi monoinsaturi. Ha delle capacità benefiche grazie alla presenza di sostanze antiossidanti (fenoli e tocoferoli)
l'olio di oliva infatti protegge le arterie, regola il livello del colesterolo nel sangue, previene la formazione di calcoli biliari, ha un'ottima digeribilità e velocità di assorbimento.Inoltre  è meno sensibile alle alte temperature rispetto ad altri oli, quindi è più adatto per friggere i cibi.
La maggior produzione di olio di oliva si ha nei paesi del bacino mediterraneo: nell'ordine Italia, Spagna, Grecia, Turchia che forniscono oltre il 90% della produzione mondiale.

venerdì 19 aprile 2013

COME CUCINARE LE FETTUCCINE AI FUNGHI PORCINI

                         

                              COME CUCINARE LE FETTUCCINE AI FUNGHI PORCINI







Ingredienti x 4 persone

gr 400  di fettuccine all'uovo
gr 400  di funghi porcini freschi
1 piccola manciata di funghi porcini secchi
1 scalogno
1 cucchiaio di philadelphia neutro (facoltativo)
1/2 bicchiere di vino bianco secco
olio extra vergine d'oliva q.b.
Parmigiano reggiano q.b.
prezzemolo q.b.
sale e pepe q.b.


Preparazione

Portare a ebollizione una pentola con abbondante acqua salata nella 
quale andrete a tuffare le fettuccine.
In una ciotolina far rinvenire i funghi secchi con dell'acqua tiepida.
Mondare e lavare accuratamente con un panno umido i porcini freschi,
tagliarli a fettine non troppo sottili e tenerli da parte.
Tritare il prezzemolo che servirà a fine cottura.
In una padella capiente, soffriggere lo scalogno tritato con un pizzico di sale
per circa 2 minuti, aggiungere successivamente 1/2 mestolo di acqua calda e 
cuocere x altri 5 minuti circa; aggiungere al soffritto i porcini secchi fatti
rinvenire e tritati finemente, ricordando di tenere da parte l'acqua filtrata per
eliminare eventuali residui di terra.
Aggiungere i funghi freschi, e far cuocere a fiamma vivace per 4-5 minuti, 
sfumare con il vino bianco, lasciar cuocere ancora per 5 minuti.
Aggiustare di sale e pepe macinato al momento.
Scolare le fettuccine al dente e metterle nella padella del condimento,
sempre tenendo il fuoco vivace, aggiungere un pò d'acqua dei funghi e
un paio di cucchiai d'acqua di cottura della pasta.
Spegnere la fiamma, aggiungere il philadelphia, il prezzemolo tritato e un 
filo d'olio, mescolare velocemente, e decorare con un ciuffetto di prezzemolo, 
una generosa macinata di pepe e una grattata di parmigiano.
Buon appetito!!!

giovedì 18 aprile 2013

COME CUCINARE LE TAGLIATELLE AL RAGU'




COME CUCINARE LE TAGLIATELLE AL RAGU'







Le tagliatelle sono una specialità tutta romagnola e, nel mondo, uno dei primi piatti più conosciuti ed apprezzati. 
Il vero ingrediente del ragù è il tempo: "un ragù che si rispetti deve sobbollire ore e ore a fuoco lentissimo".


Ingredienti Tagliatelle al Ragù per 4 persone:
per la pasta :
5 uova
1/2 kg. di farina
sale

Per il ragù di carne :
2 hg di polpa di manzo,1 etto di polpa di maiale tritati
Pancetta a dadini
Sugo di pomodoro
gr 80 di sedano
gr 70 di cipolla o scalogno
gr 60 di carota
gr 400 di passata di pomodoro
sale
olio



Preparazione della pasta:
Disporre la farina a fontana sul piano da lavoro; mettete le uova e il sale (un cucchiaino scarso) al centro, e con un movimento rotatorio impastate le uova con il bordo interno della fontana di farina, facendole assorbire completamente. Cominciare a lavorare l'impasto fino a quando non risulterà un composto liscio; a questo punto avvolgere la pasta nella pellicola e lasciatela riposare in frigo per 20-30 minuti. Stendere la pasta con la macchinetta o con il mattarello. La sfoglia dovrà essere di circa 1/2 cm e di forma circolare. Arrotolare i dischi di pasta e tagliare delle strisce di 1 cm di larghezza, spolverare sempre con della farina. La pasta è pronta.
Cuocere in acqua bollente salata e scolare appena la pasta sale a galla e condirla con il ragù!

Preparazione del ragù:

Tritare la cipolla col sedano e le carote, mettere le verdure  in un tegame con olio sino a farle appassire , far rosolare bene la carne nel battuto e salare.
 Quando ha raggiunto una buona rosolatura aggiungere la passata di pomodoro; far cuocere coperto e a fuoco lento. Il ragù deve sobbollire piano piano in modo da vedere le bollicine per circa 2 ore,  sino quando il pomodoro non si è ritirato.
Salate le tagliatelle che nel frattempo avrete fatto cuocere e fatele saltare in padella col ragù.
Buon appetito! 


giovedì 11 aprile 2013

UOVA COL POMODORO IN BELLAVISTA



UOVA COL POMODORO IN BELLAVISTA






Ecco qua un bel piatto per fare bella figura coi vostri invitati: semplice ma di effetto.
Me lo ha consigliato un mio amico.
E' semplicemente un pomodoro svuotato,  condito con sale, pepe e timo, poi riempito con il tuorlo e metà albume e cotto 10 minuti in forno a 180°.
Poi si impiatta con delle foglie di spinaci disposte a raggera per formare i petali, al centro deponete il nostro pomodoro cotto. Infine decorate: la crema arancione non è altro che l'interno del pomodoro che avrete precedentemente frullato con olio,sale e pepe. Completate poi il decoro con delle gocce di crema di aceto balsamico.

ASPARAGI SELVATICI


                                                                  ASPARAGI SELVATICI

Ho da poco scoperto, grazie a un mio caro amico, che esistono ben 3 tipi di asparagi selvatici.
Di seguito ve li faccio conoscere.


                                                                  PRIMO TIPO: I BRUSCANDOLI

Non ne posso piu' di pioggia e freddo......
Chi ha rubato la primavera?????
Ho voglia di uscire, fare passeggiate,raccogliere nei campi i bruscandoli..non sapete cosa sono?
Sono i getti apicali della pianta di luppolo selvatico (Humulus lupulus).
Il luppolo è una pianta a fiore appartenente ,come la canapa, alla famiglia delle Cannabaceae; ordine delle Urticali. Il luppolo viene usato anche come conservante naturale nella birra. Per questo motivo certi tipi di birra (per esempio India Pale Ale) venivano abbondantemente luppolati per migliorarne la conservazione. L'uso del luppolo infine aiuta a coagulare le proteine in sospensione nella birra rendendola più limpida (chiarificazione), inoltre aiuta nella tenuta della schiuma.
Vedo gia' le vostre facce eehehhe
Ne sapete quanto prima? ok ok vediamo se trovo qualche foto




Ecco questi sono i bruscandoli.
Certo si raccolgono dove la vegetazione è spontanea e sono erbacei rampicanti, quindi se decidete di andare a cercarli vi dovete organizzare con abbigliamento adeguato.
Raccoglierli è un piacere, si ha la stessa sensazione di quando si cercano i funghi, se ne stacca uno alla volta sino a raccoglierne un bel mazzetto
A parte il piacere di cercarli, sono pure buoni per la preparazione di qualche piatto primaverile.
C'è chi li adora stufati: affogati in padella con un pizzico di sale, aglio e un goccio d'olio.
Ma sono ottimi anche utilizzati per frittate,minestre e risotti.
SECONDO TIPO: ASPARAGO SARDINYA

Avrà' parenti sardi? 



Dalla fine di gennaio e fino a tutto marzo , per chi segue le stagioni anche in cucina, in Sardegna è tempo di asparagi, quelli selvatici, sottili e verde scuro, è una vera prelibatezza, viene raccolto vicino ai muretti a secco, e comunque in zone calde, predilige i posti assolati.
E' molto difficile vederli, bisogna cercarli in me all'erba ma poi quando li vedete la soddisfazione è grande.
Bisogna sempre lasciare qualche asparago, non coglieteli tutti, cosi' la pianta si rigenera e nello stesso posto l'anno dopo li potrete ritrovare.
Dopo la raccolta pero' bisogna anche cucinarli.
Sono ottimi anche messi sopra la pizza!


SPAGHETTI CON ASPARAGI SELVATICI

per 4 persone:
500 grammi di asparagi
500 grammi di spaghetti medio fini
Olio extra vergine
Sale grosso
Pecorino piccante grattugiato

PREPARAZIONE:

mettete in una pentola acqua ,quanto basta, e mettete gli asparagi interi , iniziate la cottura fino a quando l’acqua inizia a bollire, salate e aspettate ancora 5 minuti con l’acqua che bolle, aggiungete gli spaghetti ed ultimate la cottura, scolate tutto assieme, aggiungete olio e pecorino e fate saltare un minuto nella pentola dove avete cotto la pasta…Buon Appetito!


Con  i  teneri germogli della asparagina selvatica che cresce nelle aspre campagne della Sardegna, prepariamo un sale delicato e  aromatico.  Anche un semplice uovo al tegamino con una spolverata di questo sale diventerà un piatto interessante.  Da provare su zuppe di pesce  e piatti di verdure. 





TERZO TIPO: PUNGITOPO



Si raccolgono i nuovi getti (turioni) di colore bruno-violaceo in primavera, da marzo a maggio, emergono dal terreno fra gli spinosissimi rami degli anni precedenti
I turioni del pungitopo si consumano come gli asparagi coltivati, ma hanno un sapore più amarognolo e richiedono maggior tempo di cottura.
Per allontanare l'eccesso di sostanze amare è meglio cuocerli in abbondante acqua.
In Lombardia, i getti del Pungitopo sono considerati una leccornia e vengono venduti in mazzetti presso i fruttivendoli a prezzi assai più elevati di quelli degli asparagi coltivati.
Chi non ha mai mangiato asparagi selvatici non può capire, sono 10 volte più saporiti e più buoni di quelli coltivati, una delizia!!!
  

mercoledì 3 aprile 2013


 ADDIO A CALIFANO E A JANNACCI

È giorno di lutto per la musica italiana.
L'addio a due musicisti che hanno segnato un momento della musica.
È giorno di lutto per Roma e Milano, che oggi salutano per l'ultima volta due simboli delle città
Due artisti diversi che sono entrambi una parte di storia della musica del nostro paese che se ne va. Cosi' diversi ma cosi' uniti nella loro singolarita'.


 Jannacci direi più provinciale rispetto a Califano che è e rimarrà sempre un autore conosciuto internazionalmente per le sue bellissime canzoni da piano bar, inimitabili nel tempo e nello spazio. Jannacci è stato ironico ed ha cantato l'ironia delle contraddizioni della vita.  Califano era musicalmente più melodico. Della classica scuola italiana. Curava i testi a tal punto che anche se cantati in romanesco, facevano capire l'amore che l'autore nutriva per l'altro sesso ed il rispetto che egli aveva per l'universo donna. Insomma  Califano ha cantato l'amore e le sue contraddizioni forse perchè in realtà ne aveva una paura folle ed incontrollata.

Il dolore di Pippo Baudo. «Due grandi talenti, diversissimi l'uno dall'altro eppure entrambi poeti, Enzo Jannacci e Franco Califano, uno con l'aria scanzonata del bauscia milanese l'altro con un romanticismo romanesco che nasceva anche questo dalla periferia. Due grandi, così diversi ma tanto vicini».

FRANCO CALIFANO

Il noto cantautore da tempo malato, nato il 14 settembre 1938 a Tripoli in Libia allora colonia italiana di Salerno aveva compiuto 74 anni e il 18 marzo scorso si era esibito al teatro Sistina di Roma.


Ecco alcune delle piu' belle canzoni scritte e cantate da Franco Califano:

Er califfo cosi' era soprannominato ,Franco Califano ,ha cantato numerosissime canzoni di successo come "Tutto il resto è noia", "La mia prima libertà", "Io nun piango", "Cesira", "Pasquale l'infermiere" ed inoltre ha scritto brani famosissimi come "Minuetto"cantata dalla compianta Mia Martini, "La Musica Infinita" interpretata da Ornella Vanoni e "Un grande amore niente più" canzone cantata da Peppino Di Capri che vinse nel 1973 il Festival di Sanremo. 

Il ricordo di Fiorello. «Questa notizia di Franco mi ha lasciato basito, senza parole. Ieri Enzo Iannacci, oggi Franco Califano: una Pasqua da dimenticare per noi che facciamo questo mestiere. Sono due persone inimitabili, due artisti unici. Ma con Califano eravamo anche molto amici, ci volevamo proprio bene».


ENZO JANNACCI


Enzo Jannacci. Cantautore, cabarettista, tra i protagonisti della scena italiana, si è spento a Milano all'età di 78 anni. Malato da tempo di cancro, negli ultimi giorni era stato ricoverato in ospedale dopo un repentino peggioramento delle sue condizioni. Con lui, al momento della scomparsa nella clinica Columbus, c'era tutta la famiglia.


Con la sua ironia e le sue canzoni ha raccontato la Milano più vera.

Dai primi successi tra cui 'El portava i scarp del tennis' e 'Ho visto un re' (con il futuro premio Nobel Dario Fo) a "Vincenzina e la fabbrica"
 Autore di canzoni entrate nella cultura popolare come "Vengo anch'io, no tu no" e "Quelli che", è stato anche medico cardiologo, attività che non ha mai voluto lasciare anche dopo il successo discografico.



"Era un genio - ha detto Fabio Fazio all'uscita della camera ardente - uno di quelli che inventano le cose che non esistevano prima di loro. Lui ha inventato una lingua, un mondo, un ambiente. Mi manchera' la sua umanita'. Mi mancheranno le sue telefonate, le cose apparentemente strampalate che diceva e che invece erano idee, pensieri che correvano troppo veloci"